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I doni della natura: IL FICO l'albero della Conoscenza

Un giorno, il futuro Buddha, Siddharta Gaitama, giunse in un bosco sacro dove troneggiava il fico degli asceti, l'Albero cosmico, detto anche Bo, il Ficus religiosa.
Secondo la Tradizione, fu sotto questo albero che il Buddha raggiunse l'illuminazione. Alto una trentina di metri, dai suoi rami pendono le radici, che toccando terra formano nuovi tronchi intorno a quello principale.
Nella vita del Buddha appare un altro albero: il Ficus bengalensis, detto anche il fico dei baniani, oppure dei mercanti perchè sistemavano le loro bancarelle alla sua ombra.
Anche il Ficus bengalensis è maestoso e si moltiplica grazie alle radici che creano un boschetto.
La Genesi narra del fico del peccato originale, nel racconto e in molte immagini dell'Eden, Adamo ed Eva si coprono dopo il peccato con le foglie di quest'albero.
Nell'Antico Testamento il fico insieme con la vite è simbolo non solo di fertilità, ma anche di vita gioiosa. “Nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazione e non impareranno l'arte della guerra. Sederanno ognuno tranquillo sotto la vite e il fico, e più nessuno li spaventerà”.
“In quel giorno ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e il suo fico”.

Il Ficus carica deriva dal greco sykon, per indicare la pianta. Syke, nella mitologia greca è la ninfa arborea del Fico. Nelle tradizioni antiche si narrava che ogni albero fosse abitato da una divinità che si prendeva cura della pianta.
Il fico comune è un albero da frutto che cresce nei climi caldi, appartiene alla famiglia delle Moraceae, ha un fusto tortuoso, con rami flessuosi molto robusti. Le foglie hanno una superficie ruvida e un lungo picciolo. Il lattice bianco che cola dalla fenditura di un ramo spezzato, dal picciolo di una foglia o dai fichi non ancora maturi, ha la virtù di eliminare calli, porri e verruche.
I fiori sono rinchiusi in un'infiorescenza carnosa e piriforme, falso frutto commestibile, il cui colore varia dal verde al blu-viola.
Nella fitoterapia moderna, il rimedio ottenuto da questa pianta è un ottimo “ritmicizzante” adatto alla persona che soffre di una mancanza di armonia nelle funzioni più basilari come il sonno e la digestione. Il ritmo ci indica un ciclo, un intervallo nel tempo tra la luce e il buio, la fame e la sazietà, l'alternanza delle stagioni.
Questo rimedio facilita l'integrazione tra i ritmi dell'ambiente con quelli dell'individuo, nei disturbi con tendenza allo spasmo (ansia, algia e astenia). Come pianta officinale, le parti utilizzate sono:
- GEMME per ristabilire un equilibrio neurosensoriale, per persone con scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni o per ristabilire un equilibrio temporaneamente perduto;
- RADICHETTE, sottilissime radici secondarie, utilizzate per migliorare la funzionalità intestinale e lo stimolo peristaltico.

La gioia di queste piante si riflette nei frutti che crescono generosamente. I fichi hanno un valore nutrizionale alto, quando sono maturi il tasso di acidità è irrilevante.
Sono ricchi di zucchero, proteine, antiossidanti (rallentano il processo dell'invecchiamento), lipidi, potassio, fosforo, calcio, ferro, oligoelementi, fibre solubili e insolubili; per di più contengono molta vitamina C, A e B. Sono indicati contro la fatica, anoressia, gonfiore addominale, mal di gola da secchezza, stipsi da secchezza, dermatiti caratterizzate da secchezza.
Il fico contiene un'enzima che stimola la digestione chiamato ficina.
Il frutto fresco è ricco di mucillagine, disinfiamma l'apparato digerente e umidifica l'intestino, è lassativo, inoltre disinfiamma l'apparato respiratorio e le vie urinarie.
Il frutto secco ha un valore nutrizionale triplicato, tonico e ricostituente negli stati d'astenia.

Nella cultura popolare il fico ha ispirato tanti proverbi. Per esempio: Non m'importa un fico secco (per indicare un avvenimento di nessuna importanza). In Toscana è sinonimo di complimenti inutili: Non fate tanti fichi!

Vittoria Vittori,
Naturopata e collaboratrice di Cucina per l'Anima