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I doni della natura: la lavanda

 

Un caro amico ha bussato alla porta .. 'benvenuto!'
Mi offre un cuscinetto profumato, un sacchetto di spighe fiorite avvolte in un nastrino. Con l'intento di fare cosa gradita, busso alla tua porta per offrirti questo fiore la “fata blu”, colei che lava via ogni male.
I botanici la chiamano Lavandula spica o Lavandula officinalis, cresce in terreni aridi e sassosi, con i suoi fiori blu-violetti che sbocciando si trasformano in un 'luna park per gli insetti'. La Lavandula angustifolia, per la forma stretta delle foglie, è sinonimo di Lavendula vera.
Nella tradizione popolare è considerata una delle Erbe di San Giovanni da raccogliere durante il solstizio d'estate (tra le piante solstiziali, prima fra tutte l'Iperico).
Oltre a crescere spontanea nella regione mediterranea e in montagna (1800 metri circa), viene abbondanemente coltivata anche in Italia.
Il nome latino è l'aggettivo verbale di 'lavare' perchè il fiore veniva usato per profumare l'acqua per lavarsi.
La sua fragranza lieve, ancora oggi in molte case, impregna lenzuola e asciugamani.
Il suo profumo è portatore di una forza ferma e costante, ma non invadente.
Con il loro delicato colore, i suoi fiori irradiano serenità e freschezza.
La spiga, grazie alle numerosissime punte terminali, è considerata un amuleto che protegge da disgrazie ed è anche un talismano che propizia, prosperità e fecondità, per proteggere le donne dai mariti violenti e i più piccoli dalle malattie.
Questa pianta rinfrescante e lenitiva, riequilibra il sistema nervoso centrale. Protegge i più deboli e delicati, quelli che fanno fatica a difendersi.

La lavanda porta purezza e quiete. Una pianta con una base legnosa da cui si sviluppano numerosi fusti, con la sua austerità sa lasciare quello che non serve (le foglie) e si orienta verso ciò che è più importante.

Nella tradizione erboristica oltre ad essere apprezzata per le sue proprietà disinfettanti, cicatrizzanti e antinevralgiche, è diventata famosa per la prevenzione dal contagio della peste. 'L'Aceto dei quattro ladri' è una ricetta, che fece la sua comparsa durante l'epidemia che colpì Tolosa fra il 1628 e il 1631.
Questa prescrizione, oltre al rosmarino e alla lavanda, prevedeva altre piante che variavano da luogo a luogo come la menta piperita, il ginepro o la cannella.

Il tempo balsamico per la Lavanda è da giugno a settembre.
Secondo il calendario da consultare prima della raccolta, corrisponde al periodo del ciclo vitale in cui una certa pianta medicinale presenta il maggior contenuto di principi attivi (non il massimo contenuto di principi attivi, perché in questo caso la droga potrebbe essere tossica) ed è, di conseguenza, il momento più indicato per la sua raccolta.
Un pot pourri di lavanda, profumato e balsamico, può avere un effetto salutare per le vie respiratorie, sull'aria di casa o dell'ufficio.
In Aromaterapia il suo impiego è più attivo sulle affezioni dermatologiche, sui problemi muscoloscheletrici e come antinfiammatorio.
E' uno degli oli essenziali più sicuri e può essere impiegato anche puro.
In Fitoterapia le proprietà della Lavanda hanno un'azione:

  • sedativa, pasmofilica, antinevralgica
  • allevia disturbi come irritabilità, nervosismo, ansia, spasmofilia
  • disturbi genitourinari
  • stati infiammatori delle vie respiraotorie
  • contratture muscolari, nevralgie, ustioni, pruriti (uso esterno)

Vittoria Vittori,
Naturopata e collaboratrice di Cucina per l'Anima