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I doni della natura: l'iperico

Buongiorno, namaste!
Sono appena tornata da una passeggiata e la natura mi ha fatto un dono: ho raccolto l’iperico, l'Hypericum perforatum, che con il suo nome richiama un significato interessante: “vedere al di là”. La sua foglia sottile ci fa immaginare di guardare oltre, un invito a trovare la luce della speranza per superare un momento difficile.
L'Iperico è conosciuto anche come “l'erba di San Giovanni” colui che apre la strada. Il santo Battista lo si festeggia con l'accensione di fuochi, in ricordo della luce e del calore del sole, un'informazione simbolica in contrapposizione alle tenebre, al buio, al freddo, alla malinconia e alla depressione.
L'infiorescenza ha cinque petali. Il numero cinque indica il passaggio dall'elemento terreno a quello divino.
Il fiore di questa pianta officinale è di colore giallo, ha l'aspetto di un sole con i suoi raggi. Fiorisce attorno al solstizio d'estate.
In tedesco si chiama “la sposa del sole” (Sonnenbraut).
Cresce su uno stelo legnoso che rimanda alla sua grande resistenza.

La pianta erbacea stimola la percezione e l'accumulo di luce nel corpo, trasformandola in energia nervosa. Serve per lenire e mitigare un “eccesso di fuoco”.
Tradizionalmente va raccolto il 24 giugno quando il picco di luce raggiunge il suo massimo e da quel momento in poi le giornate iniziano ad accorciarsi.

Il tempo balsamico per l’iperico è giugno e luglio. In erboristeria, il tempo balsamico è il periodo del ciclo vitale in cui una certa pianta medicinale presenta il maggior contenuto di principi attivi (non il massimo contenuto di principi attivi, perché in questo caso la droga potrebbe essere tossica) ed è, di conseguenza, il momento più indicato per la sua raccolta.

L'iperico può curare soprattutto le infiammazioni e le malattie nervose, quando qualcosa nel nostro corpo rischia di perdere l'equilibrio.
Il rimedio è impiegato sia in applicazioni esterne, come Oleolito di Iperico, per cicatrizzare lesioni, sia per uso interno come digestivo, febbrifugo e vermifugo.
La scuola ippocratica apprezzava le qualità analgesiche, ma anche quelle sedative per curare l'insonnia e l'inquietudine nervosa.
Importanti sono le sue qualità nel riequilibrio del tono e dell'umore.
Paracelso, osservando la capacità dei petali di sporcare le dita di rosso, consigliava l'Iperico per curare la dismenorrea.

L'oleolito nasce dalla macerazione dei fiori di Iperico in olio vegetale e si usa solo per via esterna. Si utilizza per lenire le infiammazioni, piccole bruciature, ustioni superficiali e profonde, evitando la formazione di piaghe e vesciche; dopo una esposizione prolungata al sole; per attutire fenomeni post-traumatici (una botta violenta, una martellata sull'unghia o una porta che si chiude sulle dita); ragadi; Herpes Zoster; per pruriti molto forti; sciatalgie; dolori muscolari; piaghe di decubito.

Lo si può utilizzare puro, con un massaggio, ripetendo l'operazione più volte.
Avvertenze: prima di esporre al sole la parte trattata, lavarla con cura o proteggerla.

Infuso: 2-4 g di droga in 200 ml di acqua bollente; lasciare in infusione per 5-10 minuti. Consumare 2 tazze al giorno.

Vittoria Vittori,
Naturopata e collaboratrice di Cucina per l'Anima